Fratelli speciali, famiglie speciali
La nascita di un figlio con disabilità implica per la coppia genitoriale e per gli altri figli una varietà di emozioni, vissuti e difficoltà uniche, che non possono essere generalizzabili.
L’arrivo in famiglia di un bambino disabile, per la sua valenza emotiva e concreta, può comportare la rottura degli equilibri creati precedentemente. Sul nuovo arrivato spesso si concentrano una serie di attenzioni e preoccupazioni tali da poter creare uno stato di particolare vulnerabilità e fragilità emotiva nei fratelli. Soprattutto nei casi in cui la disabilità travolge la famiglia inaspettatamente, fratelli e sorelle possono percepire vissuti di esclusione oppure possono scegliere di prendere le distanze rispetto a ciò che sta avvenendo intorno a loro aspettando il ritorno di un equilibrio. Avere un fratello o sorella con disabilità spesso accelera il processo di maturazione degli altri figli; tale processo può essere accompagnato da difficoltà, ma potrà rappresentare anche un rilevante arricchimento per loro. Spesso infatti la famiglia incarica gli altri figli di ruoli e doveri di protezione; quel bambino speciale dovrà sempre occupare un posto di priorità per loro. I genitori e gli altri familiari svolgono dunque una funzione chiave nell’aiutare gli altri figli a diventare pian piano consapevoli e a loro agio rispetto alla nuova situazione familiare.
Quando un bambino disabile entra a fare parte di una famiglia, occorre che fratelli e sorelle ne siano preparati; è fondamentale infatti che tali bambini siano al corrente che il nuovo nato non sarà in tutto e per tutto come gli altri e per questo motivo avrà bisogno di attenzioni speciali da parte dei genitori. Risulta importante inoltre spiegare con parole semplici, al bambino, cosa vuole dire “disabilità”, senza correre il rischio di spaventarlo. È bene dunque per i genitori non spiegare ai bambini tutto, né troppo velocemente; gli adulti, infatti, prima hanno bisogno di tempo per elaborare la nuova nascita e solo in un secondo momento potranno trovare le parole più adatte, le proprie parole. Nel parlare di queste cose ai bambini non c’è mai un modo giusto e uno sbagliato, importante però è prestare ascolto alle risposte fornite dai bambini e alle loro domande, solo così si potranno capire i loro vissuti e le loro emozioni. Importante inoltre è difendere i bambini da spiegazioni di tipo morale per evitare che si sentano in colpa rispetto alla loro “normalità”.
Il coinvolgimento di fratelli e sorelle nella vita del bambino disabile non deve divenire però troppo eccessivo, i bambini infatti non possono assumere responsabilità maggiori rispetto a quelle proprie della loro età per non rischiare un’adultizzazione precoce. Sono infatti i genitori a doversi occupare del bambino speciale ed è importante che i figli trovino il loro modo naturale di relazionarsi con lui/lei. Costringere infatti il bambino maggiore a stare sempre con il fratello e a dedicargli tempo e attenzioni potrebbe stimolare in lui una conflittualità inespressa che rischierebbe di provocare sofferenza e disagio. La comunicazione ed il dialogo da parte dei genitori consentiranno l’instaurarsi di un rapporto sincero, fatto anche di rivalità e gelosie; è bene infatti che questi aspetti comuni nei legami di fratellanza siano presenti anche in queste fratellanze speciali. È importante infatti che la relazione tra i fratelli si costruisca in maniera spontanea e naturale e non basata su sentimenti di costrizione o di colpa.
Bisogna inoltre tener presente che anche nel caso di legame tra fratelli non disabili, esso non è mai completamente reciproco; accade infatti che il supporto e la protezione offerti dal più grande non saranno mai totalmente ricambiati. Tale dislivello nelle relazioni con fratelli disabili è maggiore, nonostante ciò non si tratta di un legame a senso unico, ma anzi i bambini disabili possono essere una fonte di arricchimento importante per i rispettivi fratelli. Accade spesso infatti che il legame che unisce questi fratelli speciali sia molto solido e basato su una complicità e un sostegno reciproco che rendono la relazione unica.
A cura di Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
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www.pollicinoonlus.it
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