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Se Mamma e Papà si separano

Categoria: psicologia

La famiglia di oggi può assumere forme molto diverse: tende ad adattarsi alle condizioni di vita, alle esigenze di lavoro e soprattutto alle separazioni dei genitori.

Un tempo stazionaria e allargata, oggi si adatta ai trasferimenti, alla lontananza e indipendenza dagli altri parenti (la cosiddetta famiglia nucleare), allo scioglimento della coppia per esaurimento di sentimenti tra i partner, all'allargamento per unione dei genitori con nuovi partner (con e senza figli da precedenti unioni).

I recenti dati Istat (2012), ci dicono che le famiglie cambiano: su ogni 1.000 matrimoni in Italia 311 finiscono con una separazione e 174 con un divorzio. In tempi di crisi, inoltre, è sempre più frequente il fatto che la separazione può portare a situazioni di povertà e bisogno d’assistenza. Spesso le donne si trovano senza una fonte di reddito, mentre gli uomini di solito sono obbligati ad abbandonare la casa familiare e a provvedere al mantenimento. Con la crisi economica molte coppie mantengono la casa familiare alternandosi con i figli e recandosi negli altri giorni a casa dei propri genitori o da amici.

La separazione è considerata uno tra gli eventi di vita più stressanti per gli adulti, ma lo è anche per i figli, che subiscono le scelte dei genitori. Genitori e figli affrontano questa esperienza con pensieri, emozioni e bisogni diversi. Nei figli si verifica quasi sempre una destabilizzazione emotiva che richiede del tempo per essere elaborata, oltre all'aiuto degli adulti. I bambini possono già avere sentito parlare di separazioni e divorzi, ma tutto cambia quando la cosa li tocca direttamente. Spesso il riassestamento richiede più di un anno.

I Genitori

Gli adulti possono avere vissuti di solitudine, fallimento, rabbia. A volte i genitori, presi dalle emozioni e coinvolti dall'escalation del conflitto, tralasciano di essere vigili e presenti rispetto ai vissuti dei bambini e ragazzi. Il dolore rende più difficile riuscire a vedere le esigenze dei figli. La coppia vive un’alta ambiguità del legame: è in bilico tra motivazioni per sciogliersi e l'iniziale progetto familiare e le motivazioni che l'hanno portata a nascere e svilupparsi in famiglia, nel passato ancora quotidiano. E' difficile elaborare il trauma per il fallimento del progetto comune, per l'abbandono percepito da parte del partner. E' necessario ridefinire i confini e trovare un modo per cooperare per una gestione familiare e una genitorialità comunque condivisa.

Negli adulti queste preoccupazioni economiche, le emozioni negative e i forti conflitti relazionali possono portare a veri e propri disturbi come depressione, insonnia, attacchi di panico, disturbi psicosomatici.

I figli

I figli reagiscono alla separazione (o all’elevata conflittualità tra i genitori) in tanti modi: con rabbia, tristezza, isolamento, calo del rendimento scolastico, manifestazioni psicosomatiche, disturbi dell’alimentazione, del sonno, fobia scolastica, enuresi notturna (pipì a letto) o encopresi (cacca addosso), bullismo, iperattività.

I bambini ritengono naturale e giusta la famiglia in cui nascono, purché vi trovino ciò di cui hanno bisogno: affetto, stabilità, rispetto e sostegno dell'individuo e del suo sviluppo, disponibilità e responsabilità degli adulti, autenticità nei rapporti.

La stabilità o solidità è una prerogativa molto importante per i bambini e gli adolescenti: li fa sentire sicuri e protetti. I cambiamenti come le separazioni o le perdite/allontanamento delle figure affettivamente più importanti possono essere traumatizzanti, ma come lo sono anche le liti ripetute e croniche, l’indifferenza, la mancanza di regole o di un progetto educativo comune nei genitori.

Bambini e adolescenti vivono nelle crisi familiari un momento di profonda insicurezza personale. I figli si confrontano con l'ignoto del proprio futuro senza poter contare sull'unica sicurezza finora conosciuta: la famiglia come unione di affetti immutabili, protezione e vicinanza. Possono percepire questa nuova situazione come senso di abbandono e cominciare a percepire il futuro come indefinito, fonte di ansia. E' importante quindi che la mamma ed il papà rassicurino i figli sul futuro, sul fatto che se la coppia si scioglie questo comunque non determinerà la fine dei rapporti o lo scioglimento della famiglia, perché questa continuerà ad esistere in un altra forma, più “liquida” appunto.

I bambini spesso si ritengono responsabili di quello che succede: percepiscono il senso di abbandono e vivono un forte senso di colpa per la separazione dei genitori. La paura e l’ansia spesso spesso vengono somatizzate, perché non sempre possono essere espresse a parole, come per gli adulti, che si confidano con un amico o un familiare.

I figli percepiscono le preoccupazioni dei genitori, il nervosismo. A volte nel periodo di transizione vengono meno alcune routine familiari e i bambini lo notano subito, quindi se proprio bisogna cambiare la routine sarebbe meglio sostituirla subito con una nuova, che sia gradita al bambino. Ad esempio se non si può andare a mangiare la pizza tutti insieme il sabato, come in passato, si può cucinare qualcosa di speciale con la mamma o il papà, istituendo la giornata di “cucina creativa”.

Bisogna inoltre tener conto dell'età e dello sviluppo dei bambini: la fase evolutiva influisce sul modo di percepire gli eventi. Se i bambini sono molto piccoli (fino all'anno e mezzo/2 anni) non riusciranno a comprendere cosa sta accadendo e non avendo un passato consolidato di ricordi di come è la famiglia si adatteranno velocemente al cambiamento di abitudini. Potrebbero comunque soffrire della mancanza del genitore che non vive più con lui la sera e di notte.

Per i bambini oltre l'anno e mezzo, in grado di ricordare l'esperienza di cos'era “la famiglia” precedentemente alla separazione, lo stress è paragonabile a quelli per la perdita di una persona cara, un vero e proprio lutto.  In genere tutti i bambini quindi attraversano le fasi di elaborazione del lutto, per la perdita della famiglia, com'era prima. Ed eccole in dettaglio:

  • Rifiuta di parlare di quel che succede, con isolamento e diniego della realtà.
  • Esprime rabbia verso uno o entrambi i genitori, o rivolta all'esterno della famiglia. Se il bambino è piccolo può esprimerla con i capricci.
  • Cerca di far riavvicinare i genitori, con iniziative “romantiche”, dicendo che farà il bravo, facendo azioni pericolose o facendoli preoccupare.
  • Piange ed è triste per anche più giorni.
  • Accetta la situazione e si adatta.

 

Se i vostri figli hanno problemi di adattamento e nel periodo di elaborazione della separazione:

Cosa NON fare

  • Non parlare di separazione temporanea se non lo è, perché alimenta la speranza che i genitori  cambino idea e ostacola l'elaborazione del lutto rispetto alla separazione.
  • Non sgridarlo o prenderlo in giro se ricompaiono comportamenti tipici di una fase di sviluppo precedente, come farsi la pipì addosso, succhiarsi il pollice o parlare come un bambino più piccolo.
  • Non incoraggiare atteggiamenti da adulti o da bambini più grandi, soprattutto se pensano di doversi prendere cura del genitore rimasto solo.
  • Non negagli di dormire con voi o stare spesso in braccio perché è una condizione temporanea che si estinguerà quando non avrà più bisogno di rassicurazione .I bambini piccoli spesso hanno tipiche reazioni in risposta allo stress del genitore con cui vivono e all’improvvisa assenza dell’altro genitore: hanno maggior necessità di contatto continuo col genitore e rassicurazioni sul fatto che anche voi non sparirete lasciandolo solo.

Cosa Fare

  • Rassicurate il bambino perché niente di ciò che ha fatto o non ha fatto ha influito sulla decisione dei genitori. Per questo non saranno i suoi comportamenti e le sue azioni a far tornare mamma e papà insieme.
  • Informate gli insegnanti che così avranno la possibilità di dare maggior aiuto al bambino e di comprendere il suo comportamento (la rabbia o il calo del rendimento scolastico).
  • Ascoltate il dolore e la rabbia dei vostri figli. In alcuni casi, i bambini possono esprimere la loro rabbia comportandosi in modo aggressivo o minacciare di scappare di casa. Hanno bisogno di sentirsi dire che soffrireste molto se andassero via, che sono molto importanti per voi e che qualsiasi cosa succeda sarete sempre e comunque una famiglia.

Inoltre sul territorio sono sempre più presenti organizzazioni umanitarie e sociali che sviluppano iniziative di aiuto e solidarietà, percorsi e gruppi di sostegno psicologico o terapeutici, per i genitori e per i figli di separati. I gruppi di parola o di auto-aiuto rappresentano un’importante risorsa in quanto consentono di esprimere le emozioni e condividere l’esperienza con altre persone con vissuti simili. 
Eccone alcuni:

A cura della Dott.ssa Mascia Bertoni psicologa e psicoterapeuta
www.psicobenessere.it 


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