"Come sono fatto io?", piccoli esploratori crescono!
Nel percorso verso la conoscenza del proprio corpo, intorno ai 3 anni i bambini hanno già scoperto i segni della differenza sessuale e iniziano a porsi delle domande...
Già negli anni Settanta, Donald W. Winnicott, illustre pediatra e psicoanalista inglese, scrisse "il bambino è un’unità psicosomatica": tale considerazione dà ragione di quanto, nell’infanzia, il bambino si serva del proprio corpo per parlare di sé ed esprimere ciò che accade nel suo mondo interno. Le parole dei genitori fin dalla nascita “accarezzano” il corpo, offrendo al piccolo la via maestra per stabilire un rapporto armonico tra sé e il suo corpo: la mamma ed il papà svolgono infatti un prezioso compito di contenimento affettivo e simbolico. L’amore dei genitori si esprime infatti anche prendendosi cura degli aspetti fisici, soddisfacendo i bisogni istintuali del piccolo, come la fame ed il sonno, con sollecitudine e devozione. La cura del corpo necessita però del giusto tempo: la fretta ed il nervosismo rischiano di liquidare questi momenti molto importanti per la crescita soggettiva del bambino che lo aiutano a sentire che il corpo è amato e dunque, di rimando, a prendersene cura lui stesso ed amarlo a sua volta.
Nel percorso verso la conoscenza del proprio corpo, intorno ai 3 anni i bambini hanno già scoperto i segni della differenza sessuale, cioè che "i maschietti hanno "qualcosa" che le bambine non hanno" ed iniziano ad interrogare ed interrogarsi rispetto questa "faccenda bizzarra". La loro ricerca si rivolge innanzitutto verso il proprio corpo e a volte per caso, si scopre che alcune parti di esso producono piacere e ciò senza l’intervento di qualcun altro: in infanzia esiste, infatti, una naturale spinta ad esplorare il proprio corpo e a replicare le esperienze di piacere e di benessere. Anche l’entrata nella scuola materna contribuisce piano piano a una conoscenza sempre maggiore della differenza sessuale; il bambino è spinto alla scoperta del corpo dell’altro e possono iniziare le prime innocenti curiosità verso i compagni. Si tratta di processi naturali che non vanno né condannati né puniti: in questi momenti ciò che i genitori e le maestre possono fare consiste nel mostrare una giusta ma discreta attenzione verso le "esplorazioni dei piccoli".
C’è anche un altro aspetto "strano" che riguarda la consapevolezza che la mamma e il papà dormono nello stesso letto, escono soli, si scambiano baci, carezze e parole ogni tanto un po’ diverse dal solito. Il piccolo è un curioso ricercatore e un abile creatore di fantasie e spiegazioni che riguardano il rapporto speciale tra mamma e papà: la percezione di questo "segreto" muove nel mondo interno del bambino emozioni contrastanti, amore e aggressività, rabbie e speranze. Questo immaginario ed il forte amore nei confronti del genitore del sesso opposto spinge il piccolo a tal punto da volerlo tutto per sé, senza condividerlo con il genitore dello stesso sesso. Si ripresenta proprio in questo periodo, l'interrogativo "che posto ho nel tuo desiderio?", che accompagna la vita dell'essere umano fin dalla nascita: il bambino dunque cerca risposte a partire dalla paura che suscita in lui la scoperta del legame affettivo speciale tra mamma e papà. Invidia, gelosia, curiosità e paure possono occupare a tal punto il mondo interno del bambino da spingerlo a voler occupare a tutti i costi un terzo posto tra la mamma e il papà e ciò potrebbe creare transitorie piccole regressioni, in cui il bambino si mostra più capriccioso e oppositivo.
A cura di: Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
www.pollicinoonlus.it
Numero Verde 800.644.622
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