Skip to main content

Bullismo. Ecco come possiamo aiutare i nostri figli!

Categoria: psicologia

I recenti gravi episodi di bullismo, resi noti dai media, hanno riaperto la questione ormai ben nota a tutti coloro che, come genitori o educatori, si occupano di bambini e ragazzi.

Riguarda sia i maschi che le femmine e diminuisce con l'età, è più diffuso di quel che si pensa, e l'esordio è sempre più anticipato (anche prima degli 11 anni). Il bullismo non è da sottovalutare perché non è un semplice scherzo: le conseguenze sia a breve che a lungo termine possono essere gravi sia per le vittime, sia per i bulli che per gli osservatori. Sono frequenti i danni psicologici: le vittime dei bulli sono soggette a insonnia, incubi, ansia e a diventare più insicure, a svalutare sé stessi e delle proprie capacità. Sviluppano anche problemi nelle relazioni con gli altri e in alcuni casi si osservano disturbi psicologici (attacchi di panico, ansia, depressione). Spesso si evidenziano anche i danni fisici (a volte anche gravi) e in alcuni casi episodi autolesionistici delle vittime (tentato suicidio). A volte le vittime si trasformano a loro volta in bulli o hanno reazioni di tipo aggressivo, come è capitato negli USA nei casi di sparatorie nelle scuole, dove a sparare erano proprio ex vittime di bullismo. Non si tratta di un normale conflitto o litigio fra coetanei, ma piuttosto di una prepotenza, di una prevaricazione al solo scopo di provocare un danno alla vittima e divertimento al/i bullo/i.

Per bullismo si intendono tutte quelle azioni offensive e deliberate di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino (o adolescente), “il bullo”, o da più membri di un gruppo, nei confronti di un altro soggetto percepito come più debole, “la vittima”. Di solito nel gruppo oltre al bullo, ci sono anche gli osservatori, che non intervengono in difesa della vittima o ne ridono, che partecipano o incitano i bulli. La vittima spesso non è in grado di difendersi, è isolata e ha paura di denunciare gli episodi di bullismo perché teme vendette e ritorsioni.

E’ possibile distinguere tra aggressione fisica o verbale nei confronti della vittima (bullismo diretto) e l'esclusione, l’isolamento, la diffusione di pettegolezzi, immagini e calunnie sul conto della vittima (bullismo indiretto). Si parla, invece, di cyberbullismo quando le tali azioni di bullismo si verificano attraverso Internet e cellulare (posta elettronica, social network, chat, blog, forum).

Come riconoscere la vittima di bullismo

Ha paura di andare a scuola, o negli altri luoghi di aggregazione che prima frequentava abitualmente vestiti stracciati o sgualciti, libri o oggetti rovinati quando torna a casa da scuola o dagli altri luoghi di aggregazione.

Ha lividi, ferite o graffi per i quali non fornisce spiegazioni.

Ha frequenti mal di stomaco o mal di testa prima di andare nei luoghi di aggregazione (scuola, palestra…), sbalzi di umore, facilità di irritazione o aggressività.

Non trascorre tempo con compagni o coetanei del suo gruppo e non li invita mai a casa; controlla i propri profili sui social network in continuazione o smette di botto.

Mostra un improvviso calo del rendimento scolastico o può arrivare a chiedere di cambiare scuola (palestra o oratorio ad esempio) fino a rinunciare ad una attività sportiva/ricreativa che gli piaceva molto o ad abbandonare la scuola del tutto. Ha bisogno più frequentemente di denaro (o lo prende senza il permesso dei genitori).

Come riconoscere il bullo

Il genitore di un ragazzino che mette in atto comportamenti “da bullo” può notare invece difficoltà relazionali e/o aggressività verso i coetanei e spesso verso gli adulti, scarso rendimento scolastico, possesso di oggetti (cellulare, soldi ecc.) di ignota provenienza e incapacità di rispettare le regole. Gli studi su bullismo hanno dimostrato che i bulli sono ragazzi/e spavaldi e con molta autostima e spesso viziati dai genitori. Nel lungo periodo, ciò può portare a comportamenti antisociali e devianti, fino ad agire comportamenti aggressivi e violenti in famiglia e sul lavoro.

Come riconoscere gli spettatori

Gli osservatori dei bulli in genere negano o sminuiscono il problema (e a volte lo fanno anche gli adulti, sostenendo che è sempre successo, quindi è normale). Vivono però nella paura di poter diventare le prossime vittime. Nel tempo mostrano difficoltà relazionali, ansia sociale e il fatto che non ci sia nessun intervento di genitori ed educatori rafforza una logica di indifferenza e la scarsa empatia nei confronti delle vittime. Insegniamo ai nostri figli a non essere spettatori, ma ad aiutare la vittima segnalando agli adulti gli episodi di bullismo di cui sono testimoni.

 

Prevenire, la strategia migliore

La strategia migliore per combattere il bullismo è la prevenzione, cioè la promozione di un clima culturale, sociale ed emotivo che incoraggia l’apertura verso la diversità e il rispetto degli altri mentre scoraggia i comportamenti di prevaricazione e la prepotenza.

Essere d'esempio: promuovere comportamenti relazionali positivi in famiglia, non aggressivi. Mettere in atto modelli educativi che si fondano sull’ascolto, l’accettazione, la valorizzazione e il rispetto per l’altro, l’empatia e la collaborazione.

Preparare il bambino: gli studi indicano che quei soggetti che riescono a scoraggiare subito il bullo, riescono più efficacemente e sfuggire e a non essere etichettati come vittime. Se il bambino riesce a esplicitare che non è intenzionato a subire riuscirà a scoraggiare gli "aggressori".

Come possiamo intervenire?

Spiegare al bambino/ragazzo che ciò che accade non è colpa sua, per cui non deve vergognarsene. Chiarire che chiedere aiuto è un atto di coraggio e non un atto di debolezza né un comportamento da “spia”. Spesso l'intervento di educatori e genitori è l'unico modo per far cessare i bulli.

Trovare insieme ai figli strategie utili per fare fronte ai problemi, valorizzandone le idee: può per evitare di trovarsi solo nelle situazioni in cui si verificano gli episodi. Se vogliono rubargli degli oggetti con la forza non opporre resistenza, ma informarne subito un adulto. Spiegare che nel caso si venga provocati la cosa migliore è voltare le spalle e allontanarsi.  Non è scappare, ma evitare. Se però il bullo vuole costringerlo/a a fare qualcosa che non vuole, deve dire in maniera decisa NO. La vittima designata, comunque, deve necessariamente dimostrare in qualche modo di non essere intenzionata a continuare a subire alcuna intimidazione, deve riuscire il più possibile a rimanere calma e controllata (anche se ha paura). Il metodo migliore per sconfiggere un bullo è sentirsi forti e sicuri almeno quanto lui, riuscire a metterlo in imbarazzo. Se si riesce a reagire con una battuta può dimostrare di essere più simpatico e intelligente di lui/lei.

Aiutare l'autostima del bambino/ragazzo con un frequente rinforzo positivo in generale per quello che fa e non solo criticandolo (“bravo” “hai fatto questa cosa bene”, “il 

Far scrivere quello che succede sul diario, se non sempre riesce a parlare di ciò che succede. Gli darà la possibilità di riflettere su come sono andate le cose e col tempo superare la confusione emotiva.risultato non è eccellente ma puoi lavorare su questi aspetti e vedrai che andrà meglio”) e stimolare i ragazzi a trovare attività nuove e gratificanti.

Parlare e confrontarsi con gli educatori (insegnanti, allenatori ecc..) e informare i figli della possibilità di rivolgersi a diverse associazioni, tra cui Telefono Azzurro (www.azzurro.it) o il portale istituzionale del MIUR www.generazioniconnesse.it.

Rivolgersi ad uno psicologo se si evidenziano danni psicologici e prendere in considerazione di rivolgersi ad un legale.

a cura della Dott.ssa Mascia Bertoni
Psicologa, Psicoterapeuta


Seguici su

Articoli correlati