Come sopravvivere alla chat di classe
Autunno, tempo di castagnate, cioccolata calda e… di chat di classe che ricominciano a funzionare a pieno regime. Vediamo insieme le regole per sopravvivere ai gruppi whatsapp.
Possono essere un valido aiuto, soprattutto nel districarsi tra riunioni e avvisi a scuola ma i gruppi whatsapp presentano anche alcuni aspetti negativi, soprattutto se non si rispetta rigidamente la “netiquette”, il galateo del mondo 2.0. E ritrovarsi con lo smartphone “impazzito” per le continue notifiche non è mai piacevole, soprattutto sul lavoro.
Ecco perché Vareseperibambini.it ha pensato di proporre ai suoi lettori una piccola guida pratica, per imparare come sopravvivere alla chat di classe. Senza uscirne e senza litigare con nessuno.
1 - SILENZIO!
Il primo suggerimento vale un po’ per tutti i gruppi whatsapp, ma per le chat scolastiche può essere salvifico: silenziate le notifiche. Dovete essere voi a scegliere il momento adatto in cui controllare i messaggi, e non essere disturbati dal continuo vibrare del telefono. Ecco le istruzioni per farlo: in pochi click il vostro stress legato ai gruppi whatsapp diminuirà notevolmente.
2 – SOLO COMUNICAZIONI DI INTERESSE PUBBLICO
Per non essere infastiditi, non bisogna infastidire: siate voi i primi a non postare qualcosa non di interesse pratico e pubblico. Sì a volantini e comunicazioni su corsi o eventi che possano interessare genitori o bambini, no al bollettino medico del proprio figlio. In caso di malattia basterà avvisare la scuola. Assolutamente da evitare anche i messaggi del buongiorno, della buonanotte, o altre amenità. Utile, invece, inoltrare nel gruppo l’invito per la festa di compleanno, ma ad una condizione: mettete in chiaro da subito che la risposta, anche se negativa, va comunicata unicamente al genitore del festeggiato. Stessa cosa per eventi particolari: le domande o le adesioni vanno comunicate solo a chi propone l’attività. Sempre per evitare continue inutili notifiche agli altri componenti del gruppo.
3 – PIANO CON LE RISPOSTE
La regola del non infastidire vale anche per le risposte. Nei gruppi di classe è sacrosanto fare domande sugli avvisi o sul materiale da portare, ma basta una risposta sola. Se l’ha data un altro genitore prima di voi, evitate di scrivere la stessa cosa, a meno che abbiate da integrare con altre informazioni inerenti. Stessa cosa con i ringraziamenti: quando viene postato un avviso comunicato dalle maestre, solitamente non è necessario che ogni partecipante alla chat risponda “grazie” o con qualche emoji. Alla stessa regola risponde quella che dovrebbe valere in generale per whatsapp: i messaggi possono contenere una frase intera. O anche due, se necessario. Mandare un messaggio per ogni parola fa di voi dei compagni di gruppo davvero fastidiosi: evitatelo.
4 – COINVOLGIAMO I PAPÀ
Può sembrare scontato, ma non lo è: le chat di classe sono al 98% composte da mamme. Coinvolgere i papà può essere utile per diversi motivi: prima di tutto per condividere più facilmente le informazioni riguardanti la gestione scolastica dei figli, e poi… con qualche papà nella chat, è più difficile che le conversazioni degenerino. Potremmo definirlo “effetto maschi contro femmine”: in un gruppo formato da sole donne (o da soli uomini, la regola è la stessa) si possono innescare delle dinamiche che portano più facilmente alla condivisione di contenuti non propriamente inerenti al tema “scuola”. Con un gruppo “misto” è più difficile, o comunque più facilmente contenibile.
5 – EVITARE PETTEGOLEZZI
La chat di classe non deve e non può sostituire le chiacchiere “dal vivo”: se avete qualcosa da dire sul metodo d’insegnamento o semplicemente su come era vestita la maestra, non fatelo sulla chat di classe. Selezionate i destinatari, se proprio dovete: ricordate che commenti di questo tipo, anche se fatti in buona fede, in un gruppo numeroso possono perdere l’intenzione iniziale e diventare qualcosa che non avevate previsto.
6 – MOLTIPLICAZIONE DEI GRUPPI
Piuttosto che “intossicare” il gruppo principale della classe, create dei gruppi “alternativi”, anche con componenti selezionati. Anche “di scopo”, come quello per decidere un eventuale regalo alla maestra: si eviterà di sovrapporre le conversazioni, cosa che aumenta la sensazione di confusione da parte di chi legge. L’importante è sempre attenersi alla regola principale: non eccedere con i messaggi. E nemmeno con la moltiplicazione dei gruppi, perché può diventare un’arma a doppio taglio.
7 – NO AI MESAGGI VOCALI
I messaggi vocali vanno contenuti il più possibile. Perché sono più difficili da inserire nel contesto, soprattutto per chi si trova a dover “recuperare” la lettura di un’intera discussione. “Verba volant, scripta manent”, insomma. Anche su whatsapp.
8 – ATTENZIONE AGLI ULTIMI ARRIVATI
Soprattutto ad inizio anno, è facile che vengano aggiunti nuovi membri al gruppo. In una chat della scuola materna, ad esempio, tra settembre e ottobre verranno aggiunte le mamme (e i papà, come abbiamo suggerito) dei “pulcini”: whatsapp non permette di vedere le conversazioni di un gruppo prima dell’inserimento, quindi siate accoglienti e ricordatevi di dare loro le informazioni necessarie a capire cosa sta succedendo. In un solo caso è ammesso un alto numero di messaggi tutti in una volta: proprio all’inizio dell’anno, per le presentazioni. Lo sappiamo, i messaggi del tipo “ciao a tutti, sono Maria, mamma di Marco” ricordano un po’ una riunione degli “Alcolisti anonimi”, ma è importante avere in mente con chi si sta parlando. E poi, anche la chat di classe è una specie di gruppo di autoaiuto. Da usare con moderazione.
9- ATTENZIONE ALL’OROLOGIO
Cercate di evitare gli orari notturni: non tutti spengono lo smartphone prima di dormire. Ogni comunicazione inerente alla classe può aspettare il mattino. O la pausa pranzo.
10 – PROPONETE LE REGOLE
Se siete all’inizio, potete farlo da subito, ma anche se la vostra chat di classe è già degenerata, non è mai troppo tardi per mettere un freno alla situazione: silenziatela, fate un bel respiro, e proponete di fare un passo indietro. Chiedete di seguire le regole, le nostre o altre che possono essere utili al gruppo specifico. Non si tratta di diventare antipatici agli altri: è una questione di sopravvivenza urbana.
A cura di Chiara Frangi
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