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Associazione Pollicino e centro Crisi Genitori Onlus

associazione pollicino milano

Per i 10 anni dell'associazione Pollicino, per la prevenzione e la cura dei disordini alimentari in età pediatrica, abbiamo intervistato la Dott.ssa Aurora Mastroleo, Fondatrice e Vicepresidente.

Quando/dove è nata l’idea di Pollicino? E’ nata in una sera della primavera di quasi 11 anni fa. Ovviamente in cucina e cioè nel cuore di una casa che in quel momento oltre ad accogliere una delle numerose conversazioni fiume tra me e la Dottoressa Pace, certamente la più entusiasmante, era anche riempita dagli allegri schiamazzi dei figli della Dottoressa Pace, già grandini ma ancora molto vivaci. Solo una minorenne manifestava silenziosamente la sua presenza, era mia figlia che essendo nel grembo (ancora per poco) segnalava la sua partecipazione con qualche lieve calcio. L’idea di fondare un’istituzione che si cimentasse concretamente nella prevenzione dei disordini alimentari, era per noi la logica conseguenza delle considerazioni cliniche sui casi trattatati fino ad allora. In quel momento in Italia sembrava che non interessasse a nessuno, mentre a noi invece interessava, e  dunque in quella serata vitale è avvenuto un parto simbolico… direi fisiologico.

Qual è stata la parola più importante di questi dieci anni? Desiderio! Il nostro come fondatrici della Associazione. Infatti è grazie a un tenace rapporto con questo desiderio che abbiamo potuto superare le difficoltà. Ma desiderio è anche la parola più importante sia nella prevenzione dei disordini alimentari, sia nella clinica. Mi riferisco al desiderio dei molti genitori che incontriamo e al desiderio dei piccolini che, chiudendo o spalancando la bocca, sovente domandano di essere desiderati. Il “desiderio particolare che la mamma e il papà serbano nei confronti del proprio figlio” è il nutrimento che, in questa nostra civiltà che asfissia i genitori di dettami e riempie l’infanzia di oggetti che generano nuovi bisogni, sempre più spesso può essere adombrato fino disperdere il proprio valore. Il desiderio è anche una bussola illuminante nelle cure. Anche nelle situazioni più critiche, ad esempio di ragazzine in guerra per la sopravvivenza o di genitori angosciati per l’ostinazione del rifiuto alimentare del figlio, attraverso l’ascolto gentile (non ingenuo ma profondamente scevro da pregiudizi) è possibile intravvedere il barlume del desiderio. Da questo si può costruire la rotta della cura e dare quindi avvio ad un cambiamento.

Se Pollicino fosse un piatto, che piatto sarebbe? Mia sorella è una maestra della focaccia e mi ha insegnato gli accorgimenti fondamentali per fare della focaccia una buona focaccia, e queste mi ricordano Pollicino. Lievitazione lunga, come lunga è stata la riflessione sulla clinica dei d.c.a. degli anni della sua incubazione. Pochi ingredienti ma genuini, di ottima qualità e ben calibrati. Anche la multidisciplinarietà di Pollicino riguarda una miscela di esperienze e conoscenze ben calibrate che si amalgamino senza confondersi, come l’acqua e l’olio dell’impasto. Poi la focaccia è buona se è fresca e fragrante, questo mi ricorda la semplicità con cui Pollicino porta avanti la psicoanalisi; ne coglie la sua profonda attualità e la porta avanti lasciando intenderne il valore. Per capire che non è roba stantia, basta sentirne il profumo!

Cosa vorrebbe Pollicino per i diciott’anni? Diventare maggiorenni significa assumere la responsabilità della propria indipendenza, dunque auspico che Pollicino possa in quel momento diventare Autonomo (proprio con la A maiuscola). Spero quindi che crescendo nei prossimi anni possa disporre dei mezzi di autosussistenza necessari a realizzare autonomamente i numerosi progetti in cantiere. L’autonomia però non deve comportare l’isolamento, spero quindi che Pollicino possa accrescere e approfondire i suoi legami: sia con i propri soci, sia con l’esterno, il suo ambiente, ad esempio con la pediatra con cui auspico un giorno un legame profondo, chissà magari anche un fidanzamento.

Se tutto il mondo potesse sentirlo, Pollicino cosa direbbe? Credo potrebbe dire: “sfamami”… (è il titolo che abbiamo scelto nel 2009 per il primo volume scritto con Pace, frutto della fondazione di Pollicino). Più che un imperativo è un’esortazione a ricordare il legame che stringe originariamente la domanda di cibo, cioè essere sfamati, e la domanda d’amore, cioè essere amati. 

A cura di: Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus 
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Numero Verde 800.644.622
www.pollicinoonlus.it


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