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La pediatra risponde alle domande dei genitori

Categoria: La Pediatra
La pediatra risponde alle domande dei genitori

Continuiamo la nostra intervista con la pediatra Paola Cerutti che risponde alle domande dei genitori sui problemi dei bambini, sui nonni e sull’attività fisica.

  • Quali sono i problemi che ha riscontrato maggiormente nei bambini in questo momento di crisi da Covid-19?

Insonnia e piccoli o grandi disturbi d’ansia. L’incognita di questo virus, ignoto alla comunità scientifica globale, ha seminato incertezza. I bambini, anche quando protetti dalla sovraesposizione mediatica, hanno respirato la tensione emotiva delle famiglie, improvvisamente trattenute in casa dalle misure di contenimento. Il messaggio sottile di “pericolo” è passato. Il contagio più rapido è stata la paura.

Si è saputo gradualmente che questo “stress” a tempo determinato stava diventando a tempo indeterminato. Scoprire che gli asintomatici erano numerosi e quindi il virus più innocuo del previsto, invece di rasserenarci ha spostato l’attenzione sull’invisibilità del “nemico”. Si sono sommate preoccupazioni sanitarie, separazioni affettive ed angosce economiche. All’inizio si cantava e si applaudiva dai balconi, perché la reazione fisiologica allo stress acuto funzionava correttamente, con una sorta di euforia reattiva che esorcizzava le paure. Quando lo stress viene percepito come cronico avviene lo sfiancamento dei sistemi di reazione: nervosismi, dipendenze compensatorie, attriti da convivenza forzata. Se aggiungi la riduzione delle ore di attività fisica e l’aumento delle ore davanti a dispositivi elettronici per connettersi anche alla didattica a distanza, era prevedibile che si presentassero nei bambini e nei ragazzi difficoltà di addormentamento, risvegli, incubi, piccole regressioni o ansie da abbandono. E’ fisiologico, ma risolvibile, lavorando sull’ansia dei genitori.

  • Nonni e bambini: come facciamo nel momento che non c’è alternativa?

Quando la normativa cozza con le esigenze pratiche, occorre trovare il miglior compromesso tra l’estremismo teorico e l’approssimazione rischiosa: si chiama buon senso. Ogni caso è a sé. Valutiamo l’età dei nonni e il loro stato di salute, l’età dei nipoti e il loro stato di salute, i contatti a rischio che hanno i genitori per lavoro. Se davvero l’alternativa non c’è, è responsabilità delle famiglie quantificare i rischi specifici e ridurli razionalmente al minimo, con serietà e serenità. Senza paranoie né leggerezze, può risultare ancora utile e opportuno disinfettare gli imballaggi dei prodotti acquistati, togliersi giacca e scarpe all’arrivo in casa, lavarsi correttamente le mani, procedere ad un’adeguata igiene della casa (in particolare maniglie, interruttori, sanitari, cellulari, computer), ricordare che le mascherine chirurgiche (che proteggono l’interlocutore) sono più che sufficienti in quasi tutti i casi e le Ffp2 (che proteggono chi le indossa) sono indicate solo ai soggetti più fragili.



I bambini in piena salute tendono ad avere un ruolo immunostimolante e vitalizzante sui nonni, soprattutto se non li vedono dai due mesi di lockdown! I nonni a loro volta potranno aiutare i ragazzi a vedere questo frangente storico ignoto, iperconnesso e spaventato con gli occhi dell’esperienza, senza grandi risposte, forse, ma con uno sguardo ad un passato da cui rubare le idee migliori per la ripartenza. La quarantena ha rinsaldato legami nonostante le distanze fisiche, ha fatto sentire bisogni a una generazione di bambini omologati che avevano tutto, tranne un’identità definita. Quale miglior occasione per riflettere su questa crescita collettiva, se non esplorando le proprie radici identitarie attraverso i genitori dei propri genitori?

  • Cosa ne pensa dell'attività fisica all'aperto, che purtroppo a causa delle restrizioni, è stata a lungo negata ai bambini?

Fa parte delle contraddizioni di questa pandemia: ci si ammala meno di infezioni virali se ci si espone ad attività fisica all’aria aperto con regolarità, ma ora che circola uno dei virus più replicativi e diffusivi che conosciamo dobbiamo stare in casa: sembra una barzelletta sadica! Come conciliare tutela della salute altrui e tutela della nostra? Non è così difficile, forse è persino l’occasione per dedicare più tempo anche al movimento dei genitori. L’attività fisica è uno dei capisaldi del benessere metabolico, digestivo, respiratorio e immunitario, per non parlare dell’umore, dell’attenzione, della fisiologia del sonno e dell’esposizione solare! Trascurarla durante questa clausura più prolungata del previsto può essere davvero un fattore patogeno, cioè favorente le malattie, tutte: non solo l’infezione da coronavirus!

Nello spazio ristretto di una casa si possono eseguire: ginnastica, stretching, pilates, arti marziali, yoga, qigong, esercizi di danza e allenamenti relativi allo sport praticato in precedenza. I tutorial online consentono di affidarsi agli esperti per non farsi danni e le piattaforme di videochiamate di gruppo permettono di sincronizzare qualche allenamento con gli ex compagni di squadra, condividendo anche nostalgie, speranze e progetti. Per i più fortunati il cortile e il giardino consentono di praticare allenamento ludico di pallavolo, pallacanestro, calcio, atletica e gioco libero, certamente in maniera meno strutturata che in gruppo, ma le società sportive attualmente in pausa forniscono suggerimenti su come organizzare riscaldamenti, gioco e allungamenti.

Segue terza parte dell'intervista.

QUI trovate la prima parte dell'intervista

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Intervista alla Dott.ssa Paola Cerutti
Medico specialista in Pediatria
autrice dei libri:
"Come Una Mamma"
"Neonato istruzioni per l'uso"

www.paolaceruttipediatra.com


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