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La maglia, intreccio di vita e di pensiero

Siete alla ricerca di qualcosa di bello e sensato da fare con i bambini nel calduccio delle vostre case? Vi proponiamo la maglia: a dita, a telaietto, ai ferri, a seconda delle età.

Nelle scuole Waldorf, bambini e bambine imparano a lavorare  a maglia, fin dall’asilo con le mani e poi a scuola anche con i ferri.

Per un adulto oggi, questa spesso sembra un’attività inutile, di difficile realizzazione per i bambini se  non addirittura denigrante, parlando di “ciò che si addica ad un maschio”.
Presi come siamo ad immaginare sin da subito per loro un futuro lavorativo che dipenda dalle proprie propensioni e da ciò che imparano e sanno fare da piccoli (e ciò in parte è vero, seppur non in questo senso), può suonare tradizionalista e poco emancipato portare la loro attenzione sul lavoro delle proprie mani piuttosto che su nozioni intellettuali.

La maglia, come le attività manuali in genere, esercitano invece pazienza, attenzione, precisione, coordinazione e abilità di occhi e mani, donando al bambino la gioia di trasformare la materia prima realizzando pian piano dalle sue mani in autonomia un oggetto bello e utile (cordini per il gioco, sciarpine, cinture, borsette per le bambole o per sé, collane, braccialetti e più avanti con l’età anche berretti, astucci e sempre più complesse lavorazioni), sperimentando così già da piccolo il fondamentale aspetto sociale del lavoro.
 
Questo ha evidentemente a che fare comunque con l’apprendimento, come ci suggerisce l’etimologia stessa della parola “com-prendere”, che si riferisce al prendere, afferrare, a partire dalle mani attraverso il senso primario del tatto, già nel neonato.
C’è il rispetto delle regole (se non si rispetta una certa modalità, il lavoro non riesce) nella forma migliore, stimolato dalla fantasia (ad esempio nella scelta dei colori utilizzati), curiosità e dalla meraviglia di scoprire la conclusione, lo sviluppo della padronanza nell’agire volenteroso,  e anche di un acuto e abile pensiero, che arrivi dalla testa alla punta delle mani.
Secondo Rudolf Steiner infatti, l’intelletto non si forma nel bambino tentando di sollecitarlo direttamente, in quanto nei primi anni ancora non desto a sufficienza, bensì imparando ad usare in modo preciso le mani, creando in questo modo un pensiero altrettanto malleabile che sappia penetrare nell’essenza delle cose.
Di più: senza la giusta attenzione al lavoro manuale, l'approccio a qualsiasi disciplina scolastica sarà comunque parziale ed incompleto della qualità artistica oggi sempre più assente in grandi e piccini.
Ogni conoscenza anche capace e talentuosa sarà portata in modo unilaterale e disanimato, lontano dalla sua qualità principale in quanto relazione umana.

Così, accompagnando i passaggi da filastrocche o canzoncine che scandiscano e accompagnino ritmicamente i passaggi (meglio se inventate a senso dall’adulto che conduce il lavoro, introducendo così anche la propria interiorizzazione e creatività in ciò che sta facendo), anche i bambini imparano con gioia questi semplici e antichi saperi, che rischiano oggi di perdersi tra tecnologie e mille distrazioni.

La maglia a dita 

Vi proponiamo qui la base del lavoro per la maglia a dita, adatta per bimbi dall’età dell’asilo in su.
La mano sinistra si trasforma in un telaio, mentre la destra tesse il filato, viceversa ovviamente se mancini. Consiglio un filato grosso e magari melange o multicolore, l’effetto finale sarà bellissimo.

Creiamo un cappio che infileremo alla base dell’indice; quindi passeremo il filo dietro al medio poi sopra l’anulare, poi dietro e avanti al mignolo, poi dietro all’anulare e così via in senso inverso, fino a creare due anelli per ogni dito, escluso il pollice, che farà da fermo per il filo rimanente per la seconda fase.
Partendo dall’indice, tiriamo un pochino verso di noi l’anello in basso, abbassiamo l’indice fino a che vi si infili e si porti l’anello indietro, “uscendone”; altrettanto per le altre dita.
Pronti a rifare il secondo giro di anello col filo rimasto e a ricominciare daccapo il procedimento.

Inizialmente il risultato sembrerà deludente, ma se man mano che si procede diamo una piccola aggiustatina tirandolo un poco verso il basso, in una 15-20ina di giri cominceremo già ad aver pronto un bel cordino; se vogliamo invece, possiamo continuare fino a farlo più lungo, ad esempio per una sciarpina per le bambole. Per una sciarpa vera e propria invece, ne possiamo fare diverse lavorazioni, sufficientemente lunghe che potranno poi essere cucite tra di loro.

Posizione di “riposo”: soprattutto lavorando con i bimbi piccini, ad un certo punto si stancheranno; possiamo allora sfilare con attenzione ogni anellino dal dito e infilarli, ad esempio, sui dentini di una forchetta, per far si che non si sfili tutto il lavoro fatto e che possa essere continuato in un secondo momento.
Chiusura: tagliamo il filo dal gomitolo per una lunghezza di circa una spanna e passiamolo nel primo anello, sfiliamo l’anello dal dito e proseguiamo con gli altri; alla fine tiriamo e facciamo un nodo. Finito! Possiamo ora sbizzarrirci con la fantasia!
Noi adoriamo i campanellini, che infiliamo sulla parte finale del filo, annodiamo e poi facciamo passare attraverso i primi anelli del capo opposto della lavorazione; altro nodo et voilà! Braccialetti o “maniglie sonaglie”

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A cura di Sarah Catalano (Mamma Fatata)


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