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Stanchezza autunnale: 7 consigli della Pediatra

Categoria: La Pediatra
Stanchezza e malattie autunnali: 7 consigli della Pediatra

Storia di un autunno come tanti. Come mai quando è proprio ora di dare il meglio di sé, quando per vestirsi e correre a scuola occorre combattere la pigrizia, la nebbia e il buio delle giornate che si accorciano, i nostri cuccioli tendono ad assopirsi più che mai?

Sembrano entrati in uno stato di letargo che ci rende ancora più faticosa l’eroica e difficile fase di risveglio-vestizione-raggiungimento del traguardo scuola e lavoro. Il lunedì, poi, pare una dichiarazione di intenti: io, da qui sotto le coperte, non ho nessuna intenzione di muovermi.

La stanchezza che pervade i nostri figli (e quindi anche noi) con l’autunno ha una base neuroendocrinologica. Questa carenza di energia può essere un campanello di allarme, che ci avvisa sia della necessità di qualche urgente cambio di abitudini di vita sia dell’aumentato rischio di incorrere in malanni stagionali. Un fisico tonico ed energico, infatti, farà fronte alla brutta stagione con molti meno…incidenti di percorso.

Come comprendere le cause individuali prevalenti di debolezza e trovare delle soluzioni energizzanti che siano adatte ed efficaci?

  1. La riduzione stagionale delle ore di sole comporta la secrezione di maggiori quantità di melatonina, che provoca sonnolenza. E’ importante aumentare le ore di esposizione al sole, spalancare tende e finestre al mattino, lasciare (con coraggio e fiducia atipico per la mamma italiana media!) che le maestre portino i bambini, adeguatamente vestiti, a scorrazzare per il giardino anche con i primi freschi, far sì che i luoghi di studio, lavoro e ricreazione siano sufficientemente illuminati con luce solare. Oltretutto questo garantirà livelli di vitamina D decisamente protettivi, anche per le patologie invernali.

  2. Una buona qualità del sonno è fondamentale, per evitare la sonnolenza diurna. Il corretto addormentamento e l’efficace riposo si ottengono mantenendo orari abbastanza costanti, evitando di addormentarsi guardando televisione, tablet, cellulari, avendo praticato durante il giorno la giusta attività fisica (ludica, libera, mai eccessiva!), evitando nella giornata inutili bevande dolcificate o contenenti teina e caffeina, dormendo in un ambiente ordinato e pulito, rilassandosi come ultima attività della giornata. Se il bambino manifesta la necessità di disegnare, raccontare o farsi raccontare fatti o storie, leggere o farsi leggere libri o riviste o tenere un proprio diario segreto: accontentatelo. Se non esprime queste propensioni: proponeteglielo. Gli insegnerete così a coltivare il prezioso, salubre e dimenticato momento di riflessione e di rilassamento serale. Una coccola terapeutica da riscoprire, anche per molti di noi adulti, nevrotici teledipendenti.

  1. L’attività sportiva proposta ai bambini può variare negli anni, senza obbligatoriamente rispondere a velleità agonistiche di gloria certa. I veri futuri campioni emergeranno da sé, se li sappiamo ascoltare. Dato l’investimento economico che lo sport dei figli può richiedere, è giusto insegnare loro che l’impegno preso ad inizio anno vada portato a termine, almeno per l’anno corrente. Anche senza grosse spese, le passeggiate al parco, all’aria aperta o tra i campi, sono una soluzione ottimale per incrementare le difese immunitarie dell’organismo e migliorare la qualità del sonno notturno, nonché ridurre la sonnolenza diurna.

  2. Rilassarsi ed educare i bambini ad una noia produttiva, in cui imparino (e insegnino a noi!) a trascorrere brevi periodi in cui, senza cellulari né videogiochi alla mano, riscopriamo insieme il piacere dei giochi di respiro, di contatto, di meditazione, di yoga per principianti, di tecniche base di mindfulness. Non abbiamo proprio nulla da perdere. Solo tempo e salute da guadagnare. Provare per credere! Il benessere è contagioso. Il buon senso è un circolo virtuoso. Le buone abitudini sono low cost. Lo stress non è un’eredità obbligatoria da consegnare ai nostri figli. E anche se lo fosse: proviamo ad insegnare loro a gestirlo meglio di quanto facciamo noi?

  3. Mangiare sano è fondamentale per evitare la sonnolenza: oltre ad evitare caffeina, teina e zuccheri inutili, non ripeteremo mai a sufficienza quanto l’apporto di sali minerali e vitamine provenienti da un’alimentazione colorata e varia, in cui non salti mai neanche per un giorno l’apporto delle 5 porzioni quotidiane di frutta o verdura (se imparate a frullarle, estrarle, mescolarle, condirle, coreografarle e renderle divertenti, sarà un gioco da ragazzi anche per le mamme più farraginose e disperate!). Vietatissimo saltare la colazione: se anche fosse veloce, salata, frullata, non deve mai mancare! Gli zuccheri semplici e i grassi saturi danno un senso di energia e di sazietà breve e meno efficace. Puntate a cereali, semi, frutta secca, cioccolato fondente, frutta fresca, yogurt, kefir, pane semiintegrale, confetture naturali, creme nocciolate anche non famose, formaggi magri. Sbizzarritevi con le fonti più salutari di energia. Scoprirete di risparmiare soldi, tempo e capricci. Per chi tende all’anemia familiare, altra causa di stanchezza acuita al cambio stagionale, non dimenticate mai di offrire adeguate fonti di ferro (presenti nelle diete onnivore e nelle diete vegetariane, ma in minore quantità anche nelle diete vegane), meglio se associato sempre ad un consumo di vitamina C (limone, arancia, mandarino, lime, pompelmo, kiwi, broccolo, peperone, zenzero), per massimizzarne l’assorbimento.

  4. La visita dal Pediatra curante può essere necessaria in caso di sintomi persistenti o preoccupanti: facilità all’affaticamento, inappetenza, perdita di peso, dolori, capogiri, mal di testa, febbricola, alterazioni delle feci. Anche se il genitore “nota qualcosa che non lo convince”, nella mia esperienza, può non trattarsi solo di ansia di mamma, bensì di intuito diagnostico meritevole di approfondimento clinico, almeno con una visita medica ben condotta. Individuato il problema clinico, si instaurerà la giusta soluzione terapeutica.

  5. Pidocchi e ossiuri sono già entrati a far parte del vostro corredo scolastico, insieme a tutto il nervosismo che ne consegue? Ebbene, la recettività e la vulnerabilità a questi sgraditi ospiti dipende da svariati fattori, non sempre e solo igienici, talora metabolici, costituzionali o disbiotici (ne parleremo prossimamente!). Badiamo ad un controllo attento del cuoio capelluto (anche la forfora è un segnale di sofferenza cutanea, che il curante potrà valutare con attenzione) e del prodotto interno lordo (la cacca!) dei nostri bambini. Quando scopriremo delle sorprese potremo agire in modo tempestivo e non quando il problema ha preso il sopravvento. Prevenzione? Gli ossiuri non amano l’origano e la curcuma e i pidocchi non amano l’essenza di tea tree, ma neppure i capelli ben nutriti e ben pettinati; l’asciugacapelli “cuoce” le uova di pidocchio, impedendone la schiusa.

Ovviamente dove il pediatra curante ritenga opportuno integrare queste 7 preziose manovre d’urto con integratori o multivitaminici, sarà possibile, ma a nostro parere secondario alle 7 prevenzioni di cui abbiamo parlato, assumere per un determinato periodo dei rimedi energizzanti, tonificanti o immunostimolanti.

Mi raccomando a personalizzare sempre le terapie affidandosi ad un buon medico, piuttosto che accontentarsi di un buon passaparola.

Intervista alla Dott.ssa Paola Cerutti
Medico specialista in Pediatria
autrice dei libri:
"Come Una Mamma"
"Neonato istruzioni per l'uso"

www.paolaceruttipediatra.com


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